Se la guerra rallenta la lotta ai cambiamenti climatici
L'attacco russo all'Ucraina non fa bene ai cambiamenti climatici e all'ambiente. Almeno nel breve termine.
Sì, perché se l'Italia e l'Europa intera, infatti, spingeranno ancora di più sulle energie rinnovabili per i mesi a venire, nel breve termine Roma e gli altri Paesi del Vecchio continente ripiegano sulle fossili di altri paesi. Ed in Asia, invece, ci si rifugia ancora di più nel carbone, con conseguenze pessime per le emissioni.
È il caso della Cina, che ha più che raddoppiato le importazioni di carbone dalla Russia da destinare alla produzione dell’acciaio. Anche l'India vira sulla fonte più inquinante: tre diversi stati indiani prevedono di importare 10,5 milioni di tonnellate di carbone nei prossimi mesi. In particolare, il Maharashtra prevede di importare 8 milioni di tonnellate per “scopi di miscelazione”, mentre il Gujarat effettuerà ordini per 1 milione di tonnellate la prossima settimana. Anche l’utility Tamil Nadu ha effettuato effettuato ordini per importare 1,5 milioni di tonnellate.
Le mosse dei due grandi mercati asiatici confermano i timori di Antonio Guterres, segretario generale dell’Onu: "Le conseguenze della guerra russa in Ucraina non solo rischiano di distruggere i mercati alimentari ed energetici globali, ma potrebbero anche minare l’agenda climatica globale. Se i Paesi risponderanno all'aggressione della Russia aumentando il proprio uso di combustibili fossili, il conflitto rischia di allontanarci dal raggiungimento degli obiettivi globali sul clima", aveva affermato Guterres, all'Economist Sustainability Summit.
Anche l’ultimo rapporto dell’Ipcc, pubblicato dal Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici sotto l’egida dell’Onu il 28 febbraio, esprimeva gli stessi timori: “il nazionalismo in ripresa, i conflitti e le preoccupazioni per la competitività e la sicurezza” rendono quasi impossibile la collaborazione globale per far fronte all’emergenza climatica, si legge nelle 3.500 pagine di documento.
Ed ora, quanto scritto, è realtà. Davanti alla guerra, i cambiamenti climatici passano in secondo piano.
