Perché l’Italia è in ritardo nella formazione continua?

 

“Sono il 31,0% i 18-24enni che non partecipano ad alcun percorso di istruzione o formazione, contro il 20,2% della media europea. A fotografare la situazione i dati diffusi l'8 aprile dall’Istat”.

Si apre così l’articolo di Policy Maker in relazione ad un problema generazionale che riguarda l’istruzione.

Sempre più ragazzi decidono di non continuare il proprio percorso scolastico per mancanza di interesse o per i costi troppo elevati che questo richiede.

Rispetto al quadro europeo, secondo i recenti dati Istat, il 49% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni non partecipa ad attività che rilasciano un titolo di studio o una qualifica professionale e il 42,2% ad attività non formali.

Uno dei motivi alla base di questa scelta è anche il livello di istruzione dei genitori: se hanno un diploma di scuola secondaria di I grado, il rischio è del 24%; se possiedono un titolo terziario, la percentuale è del 3%.

E se la situazione si presenta già critica, un’ulteriore preoccupazione è data dal divario che si crea tra Nord e Sud: la prematura uscita dal sistema scolastico nel Sud è più frequente con il 13,6% contro l’8% del Nord.

Questo problema non riguarda solo i giovani, ma anche gli adulti: “L’Adult Education Survey, condotto periodicamente in tutti i Paesi dell’UE conformemente a regolamenti specifici, fornisce dati chiave sulla partecipazione degli adulti all’educazione e formazione, evidenziando il divario dell’Italia rispetto ad altri paesi europei principali. Con un tasso di partecipazione del 35,7%, l’Italia si posiziona al 21° posto nella classifica UE27 […]”, rileva l'Anmil, Associazione Nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro.

Questa scarsa partecipazione della popolazione alla formazione, contrasta gli obiettivi del Consiglio Europeo per il 2025 che, secondo quanto riporta l’Ansa, fisserebbe un tasso del 47% per la partecipazione alle attività di formazione e l’istruzione. Dunque è evidente che rispetto agli altri Paesi, l’Italia resta indietro sul tema formazione e preoccupa gli esperti.

Una soluzione potrebbe essere quella di riavvicinare e far appassionare i giovani alla cultura, trasmettere loro l’amore e la curiosità per lo studio e il sapere in generale, aspetti che con l’avvento delle tecnologie e l’uso sempre più diffuso dei social network e del web, sono venuti meno. 

Inoltre, in un periodo in cui bisogna restare sempre al passo con i tempi, formarsi e aggiornarsi è un vantaggio nella ricerca del lavoro: il primo passo per affrontare il preoccupante passaggio nel mondo del lavoro.