Lenti a contatto notturne: cosa serve sapere


 

Lo sapete che esistono le lenti a contatto notturne? Chiamate anche lenti ortocheratologiche, lavorano mentre dormiamo per modificare la curvatura della cornea e vedere meglio il giorno successivo: indicate per chi soffre di miopia o astigmatismo.

Le lenti a contatto notturne hanno una forma diversa rispetto a quelle tradizionali: sono più spesse verso l'esterno, in modo da costringere le cellule dell’epitelio, ovvero lo strato più superficiale della cornea, a posizionarsi correttamente, cioè dalla periferia verso il centro.Questo va a corregge l’errore di rifrazione solo temporaneamente. Nel corso della giornata, infatti, le cellule epiteliali si rinnovano e recuperano la loro posizione iniziale: indossare questo tipo di lenti durante la notte, sette ore circa, permette al paziente di vedere meglio per le 8 ore successive durante il giorno.

Utilizzare le lenti notturne può rallentare l’aumento della miopia nei bambini e negli adolescenti. Questa tecnica, infatti, impedisce che il numero delle diottrie continui ad incrementare, causando un deficit visivo molto significativo e l’eventualità di incorrere in altre complicazioni o patologie visive.

Ci sono dei limiti, però. Le lenti notturne, infatti, correggono solo la miopia fino a 4 diottrie e l’astigmatismo fino a 2,5 diottrie e sono controindicate per persone con malattie della cornea e in caso di insufficienza lacrimale (occhio secco).

E ancora. Se posizionate male (o se si spostano durante la notte) il giorno successivo la vista, in alcune persone, potrebbe essere distorta o indurre aloni notturni.

Prima di indossare le lenti, è necessario fissare un appuntamento presso una clinica specializzata o rivolgersi ad un ottico per un esame preliminare: le lenti devono essere progettate ed adattate alle misure del bulbo oculare.