Il Dl Salvamare è legge. Addio ai rifiuti in mare?

 

Dopo ben 4 anni di discussioni, dibattiti e vitazioni, il Dl Salvamare è legge. In pratica, chi raccoglie i rifiuti in mare non sarà più costretto a ributtarli in acqua, per non rischiare di essere denunciato per traffico di illecito di rifiuti, ma potrà portare i rifiuti in porto e farli smaltire.

La legge, approvata con 198 sì, 17 astenuti e nessun no, permette a chi recupera plastica in mare, ma anche nei laghi e nei fiumi, di portarla in porto, dove le autorità portuali avranno predisposto isole ecologiche per ricevere i rifiuti e avviarli al riciclo.


 

Il costo dell'operazione, per il pescatore, è pari a zero: i costi di gestione di questo tipo di rifiuti sono coperti con una specifica componente che si aggiunge alla tassa o tariffa sui rifiuti.

Per incentivare la raccolta e lo smaltimento si prevedono anche dei “premi”. La legge affida a un apposito decreto ministeriale il compito di individuare misure premiali nei confronti dei comandanti dei pescherecci soggetti al rispetto degli obblighi di conferimento dei rifiuti accidentalmente pescati.Il decreto dovrà essere emanato entro 4 mesi dall'entrata in vigore delle legge, dal Ministro delle politiche agricole alimentari, e forestali, di concerto con il Ministro della transizione ecologica.

 

Non solo. La legge Salvamare prevede anche una intensa attività di sensibilizzazione. Saranno promosse iniziative per sottolineare l'importanza della conservazione dell'ambiente, con particolare attenzione al mare e alle acque interne, e l'importanza del corretto conferimento dei rifiuti.

La nuova norma viene accolta con favore dalle associazioni ambientaliste, quali Legambiente, Federparchi e Wwf, convinte che la legge rappresenti un passo avanti importante nella tutela dei mari e delle riserve marine.