Covid, perché è importante proteggere anche gli occhi
Per evitare il contagio di coronavirus il presidente della Sis 118 consiglia di proteggere gli occhi come naso e bocca. Raccomandabili dunque sia visiere sia occhiali anti-droplets su bus e al lavoro
Contro il coronavirus il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato piano vaccini entro il 2 dicembre. “Primi vaccinati Covid in Ue prima della fine di dicembre”, ha ribadito la presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen.
Ma nel frattempo, occorre seguire tutte le raccomandazioni per evitare il contagio. Per questo il presidente nazionale della Sis 118 Mario Balzanelli ha sottolineato che
"proteggere gli occhi dal coronavirus è fondamentale. Mentre la protezione di naso e bocca ha trovato piena dignità di riconoscimento, gli occhi sono stati completamente dimenticati nonostante siano una delle tre porte attraverso cui entra il contagio di massa". Balzanelli ha ricordato infatti "il virus Sars-CoV2 si lega ai recettori ACE ampiamente presenti nella cornea e nelle congiuntive oculari, e all'interno del film lacrimale defluisce nel naso e nella gola scendendo nelle vie aeree fino ad arrivare in un momento successivo nei polmoni".
Il presidente del 118 ha citato a Repubblica ben 50 studi scientifici internazionali che lo dimostrano e la stessa esperienza quotidiana sul campo degli operatori del Sistema di Emergenza Territoriale 118 che, utilizzando visiere e mascherine hanno evitato migliaia di infezioni. "Occhiali o visiera permettono quando indossati insieme alle mascherine di stare a distanza ravvicinatissima (anche a meno di mezzo metro) e prolungata, anche di ore di seguito, rispetto ai pazienti Covid-19 positivi".
Infine, Balzanelli auspica che visiere e occhiali anti-droplets vengano resi obbligatori come le mascherine, "dispositivi ovunque disponibili, facilmente reperibili e a bassissimo costo - conclude - da indossare unicamente nelle circostanze in cui non sia possibile mantenere le distanze interpersonali di sicurezza, come in tutti i contesti della mobilità di massa. Come ad esempio sui bus, in metropolitana, in treno, negli ambienti di lavoro e soprattutto, per i nostri ragazzi, stando a scuola, contesti interpretabili quali veri e propri 'vettori maggiori' dell'espansione potenzialmente incontrollabile dei contagi".
